"Combattere la povertà, costruire la pace"
Il vertice della Fao, che ha riunito a Roma decine di capi di Stato e di Governo mondiali qualche settimana fa, si è risolto sostanzialmente in un fallimento. S
i è constatato quanto sia lontano il primo tra gli Obiettivi del millennio, solennemente proclamati nel 2000 dall’Onu, per essere realizzati entro il 2015: ridurre della metà il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e ridurre della metà il numero di persone che soffre la fame. Non bastano le dichiarazioni di intenti, le affermazioni di principio, le burocrazie degli Stati o delle Organizzazioni internazionali. Bisogna andare al fondo del problema. Ecco, allora, il tema scelto da papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2009: "Combattere la povertà, costruire la pace".
È un nesso, quello tra pace e lotta alla povertà, che già due volte è esplicitamente emerso: la Giornata del 1987 aveva come tema “Sviluppo e solidarietà: due chiavi per la pace” e qualche anno dopo, nel 1993, Giovanni Paolo II aveva invitato a riflettere ed operare sul tema: “Se cerchi la pace va incontro ai poveri”. C’è bisogno di una risposta urgente, ma c’è bisogno anche di avere gli strumenti giusti per poterla fornire in modo adeguato. Si tratta di allargare i nostri orizzonti e allargare il nostro cuore.
La questione della povertà, infatti, è ovviamente un problema materiale, un problema di economia reale e di flussi finanziari. Ma è anche un problema morale e spirituale, culturale. È uno dei grandi temi della geo-politica. La Chiesa, i cattolici, hanno sempre fatto moltissimo: non solo per venire incontro alla povertà e alle sue cause, incontrando i poveri come persone. Costante è stata l’azione perché la questione sia posta nell’agenda del dibattito pubblico. Incastonato tra le due prime encicliche sulla carità e la speranza e l’attesa enciclica sociale, di questo percorso il tema della Giornata della pace 2009 rappresenta in qualche modo una tappa qualificata. In realtà, proprio in questi anni stiamo assistendo ad una serie di trasformazioni evidenti. Stanno cambiando gli equilibri tra le diverse aree del pianeta: cambieranno per evidente conseguenza anche le nostre condizioni di vita e le relazioni tra le classi ed i ceti sociali anche qui da noi. È necessario ri-orientare anche le nostre categorie interpretative sulla base di questo cambiamento: lo schema delle relazioni Nord (Occidente) – Sud (povero), così come lo schema dei tre mondi, cui magari aggiungere un Quarto mondo, non è più utile: tutto è diventato estremamente più complesso e contraddittorio. Nuove povertà si affacciano anche dentro le nostre società pure formalmente ricche. Combattere la povertà, costruire la pace è, dunque, un impegno trasversale nel duplice senso, quello geo-politico, e quello sostanziale, andando al centro della realtà della vita e della dignità della persona.
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fonte Agenzia SIR
i è constatato quanto sia lontano il primo tra gli Obiettivi del millennio, solennemente proclamati nel 2000 dall’Onu, per essere realizzati entro il 2015: ridurre della metà il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e ridurre della metà il numero di persone che soffre la fame. Non bastano le dichiarazioni di intenti, le affermazioni di principio, le burocrazie degli Stati o delle Organizzazioni internazionali. Bisogna andare al fondo del problema. Ecco, allora, il tema scelto da papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2009: "Combattere la povertà, costruire la pace".
È un nesso, quello tra pace e lotta alla povertà, che già due volte è esplicitamente emerso: la Giornata del 1987 aveva come tema “Sviluppo e solidarietà: due chiavi per la pace” e qualche anno dopo, nel 1993, Giovanni Paolo II aveva invitato a riflettere ed operare sul tema: “Se cerchi la pace va incontro ai poveri”. C’è bisogno di una risposta urgente, ma c’è bisogno anche di avere gli strumenti giusti per poterla fornire in modo adeguato. Si tratta di allargare i nostri orizzonti e allargare il nostro cuore.
La questione della povertà, infatti, è ovviamente un problema materiale, un problema di economia reale e di flussi finanziari. Ma è anche un problema morale e spirituale, culturale. È uno dei grandi temi della geo-politica. La Chiesa, i cattolici, hanno sempre fatto moltissimo: non solo per venire incontro alla povertà e alle sue cause, incontrando i poveri come persone. Costante è stata l’azione perché la questione sia posta nell’agenda del dibattito pubblico. Incastonato tra le due prime encicliche sulla carità e la speranza e l’attesa enciclica sociale, di questo percorso il tema della Giornata della pace 2009 rappresenta in qualche modo una tappa qualificata. In realtà, proprio in questi anni stiamo assistendo ad una serie di trasformazioni evidenti. Stanno cambiando gli equilibri tra le diverse aree del pianeta: cambieranno per evidente conseguenza anche le nostre condizioni di vita e le relazioni tra le classi ed i ceti sociali anche qui da noi. È necessario ri-orientare anche le nostre categorie interpretative sulla base di questo cambiamento: lo schema delle relazioni Nord (Occidente) – Sud (povero), così come lo schema dei tre mondi, cui magari aggiungere un Quarto mondo, non è più utile: tutto è diventato estremamente più complesso e contraddittorio. Nuove povertà si affacciano anche dentro le nostre società pure formalmente ricche. Combattere la povertà, costruire la pace è, dunque, un impegno trasversale nel duplice senso, quello geo-politico, e quello sostanziale, andando al centro della realtà della vita e della dignità della persona.
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fonte Agenzia SIR