venerdì 16 dicembre 2011

messaggio giornata mondiale della pace 2012 - EDUCARE I GIOVANI ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE

Guardate con speranza al futuro, nonostante le difficoltà: è l’incoraggiamento di Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo, contenuto nel Messaggio per la 45.ma Giornata Mondiale della Pace pubblicato oggi e che si celebrerà, come da tradizione, il prossimo primo gennaio. Tema del documento, presentato stamani in Sala Stampa vaticana, è: “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. Il Papa ribadisce l’importanza della famiglia e dell’educazione per la costruzione di una pace autentica. E mette in guardia dal relativismo che rappresenta una minaccia al retto uso della libertà.

Qui puoi scaricare il pdf di 6 pagine A4 con il documento. Link al sito vaticano, qui.

Il servizio di RadioVaticana di Alessandro Gisotti:   

“Non abbiate paura” di impegnarvi “per un futuro più luminoso per tutti”. Sono i giovani i protagonisti del Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace. A loro si rivolge con parole di speranza e incoraggiamento: “Non siete mai soli. La Chiesa ha fiducia in voi”, “vi segue e vi incoraggia” offrendovi la possibilità di incontrare Gesù Cristo. Il Papa è consapevole delle preoccupazioni manifestate da molti giovani “in questi ultimi tempi in varie regioni del mondo”. E’ importante, scrive, che “questi fermenti e la spinta ideale che contengono trovino la dovuta attenzione in tutte le componenti della società”. La Chiesa, ribadisce, “guarda ai giovani con speranza” e li incoraggia “a ricercare la verità” e a “difendere il bene comune”. Il Papa invita dunque i ragazzi di tutto il mondo a guardare “con maggiore speranza al futuro” e ricorda loro che “non le ideologie salvano il mondo”, ma il Dio vivente che è Amore. “Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà – è l’esortazione del Pontefice – e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi”. Il Papa chiede ai giovani di “essere di esempio e stimolo per gli adulti” sforzandosi di “superare le ingiustizie e la corruzione”. E esorta i responsabili politici ad “offrire ai giovani un’immagine limpida della politica come vero servizio per il bene di tutti”.

Il Messaggio non manca di allargare l’orizzonte alla crisi economica che sta assillando il mondo e le cui radici, osserva il Papa, “sono anzitutto culturali e antropologiche”. Riconosce che, nell’ultimo anno, “è cresciuto il senso di frustrazione”, ma invita a guardare al 2012 con “atteggiamento fiducioso”. Famiglia ed educazione sono i due pilastri da cui ripartire. Il Papa esorta i genitori a “non perdersi d’animo”, nonostante le difficoltà che minacciano e non di rado frammentano la famiglia. Il Papa mette l’accento sulle “condizioni di lavoro spesso poco armonizzabili con le responsabilità familiari". E ancora, "le preoccupazioni per il futuro" e i "ritmi di vita frenetici”. Si rivolge così ai responsabili politici “chiedendo loro di aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni educative”. E aggiunge: “non deve mai mancare un adeguato supporto alla maternità e alla paternità”. Del resto, si legge nel Messaggio, bisogna far sì che “le famiglie possano scegliere liberamente le istituzioni educative ritenute più idonee per il bene dei propri figli”. E ancora, chiede di “favorire il ricongiungimento” delle famiglie che si trovino divise per la “necessità di trovare mezzi di sussistenza”. Infine, lancia un appello “al mondo dei media affinché dia il suo contributo educativo”. 

Il Messaggio volge poi l'attenzione alla necessità di educare alla verità e alla libertà. L’uomo, scrive il Papa, “porta nel cuore una sete di infinito”, perché è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. E avverte che, “solo nella relazione con Dio l’uomo comprende anche il significato della propria libertà”. Questa, tiene a precisare, “non è l’assenza di vincoli o il dominio del libero arbitrio”. E mette in guardia dall’“assolutismo dell’io”, dalla “massiccia presenza” del relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie”. Il “retto uso della libertà – soggiunge – è dunque centrale nella promozione della giustizia e della pace”. Occorre poi “educare alla giustizia” in un mondo che ricorre solo “ai criteri dell’utilità, del profitto e dell’avere”. E rileva che oggi “certe correnti della cultura moderna, sostenute da principi economici razionalistici e individualisti hanno alienato il concetto di giustizia dalle sue radici trascendenti”. La pace, scrive il Papa, “è frutto della giustizia ed effetto della carità”. E’ “dono di Dio”, ma anche “opera da costruire”. Per essere veramente operatori di pace, conclude il Messaggio, dobbiamo educarci “alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità” e ad essere vigili e attivi nella comunità per “destare le coscienze sulle questioni nazionali e internazionali”.

E i giovani sono stati protagonisti anche nella conferenza stampa di presentazione del Messaggio, dove si è parlato pure del movimento degli “indignados” e della “primavera araba”. Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha innanzitutto ribadito quanto la Chiesa punti sui giovani:

“La Chiesa li vede protagonisti, coltiva una formidabile fiducia in loro, li incoraggia, crede fermamente in essi. Vuole che i giovani siano primari interpreti: li invita all’azione pubblica, li vuole determinati, colmi di speranza per il loro futuro, forti e solidali fra di loro”. 

Dal canto suo, il segretario di “Giustizia e Pace” mons. Mario Toso, si è soffermato sul messaggio dato dai giovani che hanno manifestato nei Paesi arabi:

“I giovani della ‘primavera araba’ hanno fatto capire questo: ci può essere giustizia sociale nei loro Paesi se c’è democrazia; viceversa ci può essere democrazia se c’è giustizia sociale”. 

Una voglia di democrazia che, il cardinale Turkson, ha auspicato anche per l’Africa. Del resto, ha detto mons. Toso, si sente nei Paesi occidentali e in Italia in particolare l’esigenza di una nuova generazione di giovani impegnati per il bene comune:

“Formare nuove generazioni in questo contesto culturale di cittadini, amministratori, politici, uomini di cultura, imprenditori, manager, professionisti in tutti i campi, compreso quello della comunicazione”. 

E sulle responsabilità della politica nei confronti dei giovani è tornato anche il cardinale Turkson:

“Si può parlare di dignità della politica e del personale politico: esso, infatti, deve offrire un esempio di rettitudine, coerenza tra sfera pubblica e privata, preparazione e competenze”.

Mons. Toso ha infine auspicato l’istituzione di un Fondo, nell’ambito del mondo cattolico italiano, per aiutare i giovani disoccupati. E ancora, rispondendo a una domanda sul recente Vertice europeo per risolvere la crisi, ha affermato che non si sta prendendo la strada giusta giacché serve maggiore collaborazione economica e politica tra gli Stati.

lunedì 12 dicembre 2011

il tema della Giornata Mondiale della Pace 2012: «Educare i giovani alla giustizia e alla pace»

Il Santo Padre Benedetto XVI ha scelto il seguente tema per la celebrazione della 45° Giornata Mondiale della Pace del prossimo 1° gennaio 2012: «Educare i giovani alla giustizia e alla pace». Il tema entra nel vivo di una questione urgente nel mondo di oggi: ascoltare e valorizzare le nuove generazioni nella realizzazione del bene comune e nell’affermazione di un ordine sociale giusto e pacifico dove possano essere pienamente espressi e realizzati i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.

Risulta quindi un dovere delle presenti generazioni quello di porre le future nelle condizioni di esprimere in maniera libera e responsabile l’urgenza per un "mondo nuovo". La Chiesa accoglie i giovani e le loro istanze come il segno di una sempre promettente primavera ed indica loro Gesù come modello di amore che rende «nuove tutte le cose» (Ap 21,5).

I responsabili della cosa pubblica sono chiamati ad operare affinché istituzioni, leggi e ambienti di vita siano pervasi da umanesimo trascendente che offra alle nuove generazioni opportunità di piena realizzazione e lavoro per costruire la civiltà dell’amore fraterno coerente alle più profonde esigenze di verità, di libertà, di amore e di giustizia dell’uomo.

Di qui, allora, la dimensione profetica del tema scelto dal Santo Padre, che si inserisce nel solco della "pedagogia della pace" tracciato da Giovanni Paolo II nel 1985 («La pace ed i giovani camminano insieme»), nel 1979 («Per giungere alla pace, educare alla pace») e nel 2004 («Un impegno sempre attuale: educare alla pace»).

I giovani dovranno essere operatori di giustizia e di pace in un mondo complesso e globalizzato. Ciò rende necessaria una nuova "alleanza pedagogica" di tutti i soggetti responsabili. Il tema preannuncia una preziosa tappa del Magistero proposto da Benedetto XVI nei Messaggi per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, iniziato nel segno della verità (2006: «Nella verità la pace»), proseguito con le riflessioni sulla dignità dell’uomo (2007: «Persona umana, cuore della pace»), sulla famiglia umana (2008: «Famiglia umana, comunità di pace»), sulla povertà (2009: «Combattete la povertà, costruire la pace»), sulla custodia del creato (2010: «Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato») e sulla libertà religiosa (2011: «Libertà religiosa, via per la pace»), e che ora si rivolge alle menti e ai cuori pulsanti dei giovani: «Educare i giovani alla giustizia e alla pace».

giovedì 27 ottobre 2011

Assisi, 27 ottobre 2011 - Pellegrini della verità, pellegrini della pace

Si è da poco concluso l'evento di Assisi, con lo scambio della pace tra i presenti e la visita degli stessi alla tomba di Assisi.

Qui proponiamo già alcuni contributi video-audio:

Intervento di Benedetto XVI questa mattina a Santa Maria degli Angeli (clicca qui per il testo):
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Scarica questo video in formato mp4, clicca qui...
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Qui sotto l'audio dei tre interventi (per scaricare i files mp3 vai qui...):
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Veglia di preghiera alla chiesa di S.Francesco, Bologna:
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Veglia di preghiera al Santuario di S.Antonio all'Arcella, Padova:
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Veglia di preghiera al Villaggio S.Antonio di Noventa Padovana: clicca qui per il pdf...

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Presto altri contributi...
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coming soon
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martedì 11 ottobre 2011

Assisi 27 ottobre 2011 - fervono i preparativi e i materiali on-line

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crocifisso di san Damiano con ai piedi la lampada votiva per la preghiera per la pace, Assisi 2011
Carissimi, fervono i preparativi per l'ormai importante evento di Assisi del 27 ottobre p.v., la visita di Benedetto XVI nella città di san Francesco insieme ai rappresentati delle altre religioni mondiali per riaffermare - nello Spirito di Assisi - la necessità di ogni uomo di ogni fede di collaborare per la pace nel mondo.
Nel precedente post avete trovato molto materiale descrittivo l'evento, nonché moltissimo materiale per animare nelle proprie comunità un momento di preghiera in comunione a quanto celebrato ad Assisi quel giorno.
Segnaliamo ancora in divenire altri materiali che stanno apparendo nel web e non solo:
  • Conferenza stampa ufficiale del 18 ottobre 2011, clicca qui...
  • Post che presenta l'iniziativa e la proposta OFM CONV della CIMP, clicca qui;
  • Presentazione del volume Assisi 2011 «Pellegrini della verità, pellegrini della pace», curato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana: vuole essere uno strumento di preparazione alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, in programma ad Assisi il 27 ottobre 2011. Con tre contributi interessanti da scaricare,  clicca qui;
  • Materiali formativi in sussidi curati dal CEFID di Assisi (OFM COV), clicca qui;
  • Ringraziamo i frati del "Messaggero di S.Antonio" che ci hanno offerto il file pdf con il bel dossier curato in coedizione con la rivista "Jesus" per gennaio 2011 tutto dedicato allo Spirito di Assisi, clicca qui per scaricare il file...
    la prima pagina del dossier MSA-JESUS
  • segue...

Terremo aggiornato questo post con altri materiali che appariranno on-line nelle prossime ore/giorni.

Pace e Bene

lunedì 19 settembre 2011

27 ottobre 1986 - 2011 - Spirito di Assisi 25 anni dopo

Il 1° gennaio scorso, al termine della preghiera dell’Angelus, Benedetto XVI ha annunciato di voler solennizzare il 25° anniversario dello storico incontro tenutosi ad Assisi il 27 ottobre 1986, per volontà del beato Giovanni Paolo II. In occasione di tale ricorrenza, il Santo Padre ha desiderato convocare, il 27 ottobre, una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, recandosi pellegrino nella città di San Francesco e invitando nuovamente ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà.
 
Assisi, 27 ottobre 1986

La Giornata ha come tema: ‘Pellegrini della verità, pellegrini della pace’. Ogni essere umano è, in fondo, un pellegrino in ricerca della verità e del bene. Anche l’uomo religioso rimane sempre in cammino verso Dio: da qui nasce la possibilità, anzi la necessità di parlare e dialogare con tutti, credenti o non credenti, senza rinunciare alla propria identità o indulgere a forme di sincretismo; nella misura in cui il pellegrinaggio della verità è vissuto autenticamente, esso apre al dialogo con l’altro, non esclude nessuno e impegna tutti ad essere costruttori di fraternità e di pace.
 
Assisi, 23 gennaio 2002

L’immagine del pellegrinaggio riassume dunque il senso dell’evento che si celebra: si fa memoria delle tappe percorse, dal primo incontro di Assisi, a quello successivo del gennaio 2002 e, al tempo stesso, si volge lo sguardo al futuro, con il proposito di continuare, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a camminare sulla via del dialogo e della fraternità, nel contesto di un mondo in rapida trasformazione. San Francesco, povero e umile, accoglie di nuovo tutti nella sua città, divenuta simbolo di fraternità e di pace.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace - Proposta di liturgia francescana promossa dalle fraternità OFMConv  in comunione con gli uomini e le donne di buona volontà convocati da Benedetto XVI ad Assisi il 27 ottobre 2011 in occasione del 25° anniversario dello storico incontro tenutosi nel 1986, per volontà del beato Giovanni Paolo II.
«La preghiera è il respiro della Chiesa, è il suo grande bisogno. Quando organizziamo una giornata di preghiera non facciamo altra cosa che ma-nifestare lo stato di salute della Chiesa che può respirare, che respira, che prega. Che sa che la sua forza non viene dalla terra, ma da Dio». OSCAR ROMERO (†1980), Vescovo di San Salvador

martedì 30 agosto 2011

CEI - 6ª Giornata per la salvaguardia del creato

Messaggio per la 6ª Giornata per la salvaguardia del creato - 1 settembre 2011
“In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza”

Il tema della 6ª Giornata per la salvaguardia del creato è assai significativo nel contesto del dibattito ecclesiale e culturale odierno. Esso si articola in quattro punti, in continuità con l’argomento trattato l’anno passato, Custodire il creato, per coltivare la pace, nella linea degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio corrente: “La comunità cristiana offre il suo contributo e sollecita quello di tutti perché la società diventi sempre più terreno favorevole all’educazione. Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa, alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie” (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 50).

La Giornata diventa così occasione di un’ulteriore immersione nella storia, per ritrovare le radici della solidarietà, partendo da Dio, che creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, con il mandato di fare della terra un giardino accogliente, che rispecchi il cielo e prolunghi l’opera della creazione (cfr Gen 2,8-15).
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COMMISSIONE EPISCOPALE PER L´ECUMENISMO
E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

COMMISSIONE EPISCOPALE
PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO,
LA GIUSTIZIA E LA PACE

Scarica qui il documento pdf...


Vai alla pagina con tutti i materiali CEI, clicca qui!

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domenica 5 giugno 2011

Convegno GPIC interfrancescano Assisi 2011



Si è svolto dal 1 al 4 giugno 2011 l'annuale incontro-convegno dei delegati Giustizia Pace Salvaguardia del Creato (o Giustizia Pace Integrità del Creato come preferiscono i fratelli ofm, JPIC) ad Assisi presso la Casa Leonori.

Il tema di riflessione prendeva le mosse sul messaggio del papa per la gioranta mondiale della pace 2011, "Libertà religiosa via alla pace".

Gli organizzatori hanno offerto uno sguardo di ampio respiro di riflessione, partendo da un approfondimento del pensiero francescano in materia (Freyer), proseguendo con una lettura didascalica del fenomeno dello Spirito di Assisi nel suo 25° (Salezze), quindi dando spazio alla lettura della proposta buddhista (Lama Paljin Tulku) e quella musulmana (Scialoja) e concludendo con la prospettiva 'laica' (M. Mancuso). Alle relazioni si alternavano momenti di dibattito, condivisione e programmazione per le attività 2011-2012.

Nutrito il gruppo dei frati conventuali presenti, rappresentanti dell'ordine (fr. Francisco Leudo), della CIMP (fr.Joaquin Agesta, delegato per i ministri provinciali CIMP per GPSC) e delle provincie: Patavina, Romana, Siciliana, Pugliese, Abruzzese, Calabrese. Per la provincia patavina erano presenti: fr.Valentino Maragno, fr.Danilo Salezze e fr.Andrea Vaona.
 
Qui sotto è possibile scaricare i files mp3 per ascoltare le cinque interessanti relazioni:
  • “La libertà di Dio come fondamento della libertà umana in prospettiva francescana”, relatore: fr.Johannes Freyer ofm, Rettore dell’Antonianum di Roma, clicca qui per scaricare il file mp3 della prima parte; clicca qui per scaricare il file mp3 della seconda parte...
  • “Lo spirito di Assisi: celebrare il 25mo”, realtore: fr.Danilo Salezze ofmconv, clicca qui per scaricare il file mp3...
  • “Libertà religiosa, via alla pace”,
  1. la voce buddhista, Ven. Lama Paljin Tulku, clicca qui per scaricare il file mp3...
  2. la voce musulmana, dott. Mario Scialoja, ambasciatore, clicca qui per scaricare il file mp3...
  3. la cultura laica, prof. Maurizio Mancuso, docente di sociologia, clicca qui per scaricare il file mp3...
Qui sotto invece il player per l'ascolto on-line (clicca sul file desiderato e attenti qualche istante l'avvio della riproduzione; consigliata connessione ad alta velocità ad internet):
 
 
Si segnalano qui di seguito tre siti internet particolarmente importanti per il materiale che custodiscono:
  1. http://spiritodiassisi.wordpress.com/ - con materieli multilingue redatti da rappresentanti interobbedienziali sullo Spirito di Assisi;
  2. http://jpicformation.wikispaces.com/italiano - con altri materiali su GPSC e GPIC sempre interobbedienziali francescani e non solo (anche uffici GPIC USMI E CISM)
  3.  http://www.lospiritodiassisi.org/index.html - sito del 'nostro' CEFID ad Assisi, particolarmente rinnovato e capace di raccogliere in futuro molti contributi ofmconv
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sabato 21 maggio 2011

“Educare i giovani alla giustizia e alla pace”: è il tema scelto dal Papa per la Giornata mondiale della Pace 2012

“Educare i giovani alla giustizia e alla pace” è il tema scelto da Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Pace del prossimo primo gennaio 2012. Il tema, sottolinea un comunicato del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, “entra nel vivo di una questione urgente nel mondo di oggi: ascoltare e valorizzare le nuove generazioni nella realizzazione del bene comune e nell’affermazione di un ordine sociale giusto e pacifico dove possano essere pienamente espressi e realizzati i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo”.

“Risulta quindi un dovere delle presenti generazioni – prosegue il comunicato – quello di porre le future nelle condizioni di esprimere in maniera libera e responsabile l’urgenza per un ‘mondo nuovo’”. La Chiesa, si legge ancora nella nota, “accoglie i giovani e le loro istanze come il segno di una sempre promettente primavera ed indica loro Gesù come modello di amore che rende ‘nuove tutte le cose’” (Ap 21,5). I responsabili della cosa pubblica, sottolinea inoltre il dicastero Giustizia e Pace, “sono chiamati ad operare affinché istituzioni, leggi e ambienti di vita siano pervasi da umanesimo trascendente che offra alle nuove generazioni opportunità di piena realizzazione e lavoro per costruire la civiltà dell’amore fraterno coerente alle più profonde esigenze di verità, di libertà, di amore e di giustizia dell’uomo”.

Di qui, conclude la nota, “la dimensione profetica del tema scelto dal Santo Padre, che si inserisce nel solco della ‘pedagogia della pace’ tracciato da Giovanni Paolo II. I giovani dovranno essere operatori di giustizia e di pace in un mondo complesso e globalizzato. Ciò rende necessaria una nuova ‘alleanza pedagogica’ di tutti i soggetti responsabili”.

venerdì 20 maggio 2011

Il compito delle commissioni Giustizia e Pace

IL COMPITO DELLE COMMISSIONI GIUSTIZIA E PACE


di mons. Giampaolo Crepaldi*


ROMA, giovedì, 19 maggio 2011 (ZENIT.org).- L’Enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate” ci può aiutare molto ad approfondire la natura e il ruolo delle Commissioni Giustizia e Pace (d’ora in avanti GP) nel contesto della missione evangelizzatrice della Chiesa nell’ambito sociale. Le Commissioni GP hanno ormai una lunga storia. Esse si ispirano alle motivazioni stesse con cui Paolo VI ha istituito il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e traggono i loro fondamenti dal Concilio Vaticano II e segnatamente dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes, nella quale si afferma che solo in Cristo l’uomo può comprendere fino in fondo se stesso. La Chiesa, annunciando Cristo all’uomo, illumina anche all’uomo la sua stessa natura. E’ per questo motivo che l’annuncio di Cristo nelle realtà temporali – in che si compendia la Dottrina sociale della Chiesa – è di per sé un fattore di sviluppo. L’annuncio di Cristo suscita nell’uomo nuove energie, purifica le sue tendenze naturali, eleva la sua vita spirituale. La luce di Cristo non si sovrappone a quella del mondo umano, ma induce questa stessa a vedere più in profondità se stessa e ad avere più coraggio nel far emergere le sue stesse potenzialità positive.
Mi sembra che questa sia stata l’ispirazione profonda che ha guidato la valorizzazione e il “rilancio” della Dottrina sociale della Chiesa del Beato Giovanni Paolo II, in continuità ed applicazione, appunto, della Gaudium et spes.
La “Caritasin veritate”, intervenendo nella logica della “riforma nella continuità”, approfondisce ulteriormente tutto ciò e, così facendo, fornisce ulteriori indicazioni per l’operato delle Commissioni GP e per la stessa loro comprensione. Vorrei soffermarmi su alcune di questi approfondimenti.
Un primo elemento consiste nella connessione tra Carità e Verità, presente nell’incipitdell’enciclica e che fa da trama a tutte le sue considerazioni. La necessità di tenere insieme la carità e la verità dà alle Commissioni GP un insieme di criteri di discernimento e di azione di non secondaria importanza.  
Ciò a partire dal significato “pubblico” della fede cristiana. La verità radica l’amore cristiano nel rispetto della creazione e quindi non contrappone la fede religiosa all’etica – anche pubblica. La fede cristiana non è solo un’etica, ma questo non significa che non comporti anche un’etica naturale e pubblica. L’Amore e la Verità sono la Persona di Gesù Cristo e il cristianesimo è l’incontro con la sua Persona. Ma Gesù Cristo, il Salvatore, è anche la Sapienza creatrice e da questo deriva la necessità per il cristiano di impegnarsi a difendere il Creato. Difendere il Creato non significa solo difendere la natura nel senso dell’ambiente ecologicamente inteso. Anche questo, ma non solo questo. Difendere il Creato significa difendere una grammatica vera dei rapporti umani, fondati sulla natura profonda della persona umana, creata ad immagine di Dio.  Significa difendere la vita, il matrimonio, la famiglia così come sono state concepita nel piano del Creatore.  
E’ questo un aspetto di grande importanza per le Commissioni GP, dato che la loro strategia non potrà consistere solo nell’accompagnamento benevolente dell’uomo di oggi. Una vera pastorale sociale non potrà prescindere dall’essere insieme un annuncio di amore e di verità. La “Caritas in veritate” è molto chiara non solo nel dire che la verità senza l’amore finisce per risultare inospitale per l’uomo, addirittura disumana, ma anche nel sostenere che l’amore senza la verità si svuota di significato e si riduce a sentimento. La fede cristiana nella Parola incarnata del Salvatore, però, non è sentimento, essa è conoscenza - certamente non di tipo gnostico - in quanto consiste nell’incontro personale con il Signore. La verità senza la carità diventa gnosticismo; l’amore senza la verità diventa sentimento o, peggio, sensazione.
Un secondo aspetto riguarda il posto di Dio nel mondo. Le Commissioni GP sono in prima linea nel dialogo con il “mondo”. Esse operano, infatti, laddove la fede e la ragione si incontrano. Il dialogo con il mondo è, quindi, il terreno principale della loro missione. Esse mettono a tema della loro azione i diritti umani, le emergenti questioni sociali, la guerra e la pace, le migrazioni, lo sviluppo e la salvaguardia del creato e così via. Come interpretano questo “dialogo”? La “Caritas in veritate” afferma a questo proposito due cose di fondamentale importanza. La prima è che il dialogo è utile sia per la ragione che per la fede le quali possono, reciprocamente, purificarsi. La seconda è che, però, la religione cristiana è da intendersi non come semplicemente utile, ma anche come necessaria perché si consegua il vero sviluppo umano.
Non c’è dubbio, a mio parere, che lo scopo principale che la “Caritas in veritate” indica a tutti noi è di aprire un posto per Dio nel mondo. C’è una continuità indefettibile su questo punto tra tutti i documenti del magistero sociale della Chiesa, a cominciare dalla Rerum novarum, ed anche da prima, fino all’ultima enciclica di Benedetto XVI, passando attraverso la Mater et magistra, di cui stiamo ricordando il 50mo anniversario: non c’è salvezza fuori di Cristo Signore. E questo vale anche per la salvezza che di solito si chiama “temporale”, che non deve essere vista come una fase previa e indipendente rispetto alla salvezza che di solito si chiama “spirituale”, dato che l’uomo, come ricorda la “Caritas in veritate”, ha una sola vocazione e non due. Non c’è vera soluzione della questione sociale fuori del Vangelo, scriveva Leone XIII e la stessa cosa ripete Benedetto XVI.
Per le Commissioni GP si tratta di indicazioni di importanza strategica. Esse non intercetteranno il mondo nei suoi autentici bisogni e non instaureranno con esso un dialogo fecondo per tutti dimenticando l’ottica della fede cristiana ed evitando di affrontare i problemi secondo il punto di vista della tradizione apostolica.
Un terzo elemento lo traggo dall’invito, espresso in molti modi dalla “Caritas in veritate”, di far sì che la fede cristiana dialoghi con i saperi, le discipline, le culture. Ritengo che questo sia il campo principale per l’impegno delle Commissioni GP nel prossimo futuro, che dovranno irrobustire la loro capacità di dialogo culturale. I motivi li ha ricordati Benedetto XVI nella “Caritas in veritate” appunto: l’emergere della questione antropologica, la compenetrazione sempre più stretta tra questione antropologica e questione sociale, la cultura del nichilismo occidentale, la nuova ideologia della tecnica, la mentalità positivista che restringe l’orizzonte conoscitivo e spirituale … ecco solo alcune delle più importanti sfide per la pastorale sociale. Non si può pensare di dialogare con il mondo affrontando solo i contenuti, i temi, i problemi; bisogna affrontare anche i presupposti culturali dei problemi, che nella nostra società spesso non sono tematizzati ma fanno da sfondo e vengono assunti per inerzia, per assuefazione, per indifferenza. 
Come è possibile, oggi, cooperare con il mondo sul tema, per esempio, della salvaguardia del creato, passando subito alle questioni operative, senza mettere a fuoco le pre-comprensioni, spesso così diverse da quelle proposte dalla fede cristiana, che animano le varie forme di impegno in questo campo?
Qui si apre per le Commissioni GP un campo molto vasto di impegno, perché si tratta di saper dialogare con gli “esperti” e con le discipline. La “Caritas in veritate”, sviluppando il n. 59 della “Centesimus annus”, parla a più riprese dell’importanza del dialogo interdisciplinare della fede cristiana con i saperi mondani ai fini dello sviluppo umano. Per far questo, però, bisogna da un lato comprendere bene, come si è visto sopra, che la fede cristiana non è solo amore ma anche verità e quindi pretende per sé un ruolo di conoscenza. Solo a questa condizione essa può dialogare in modo non estrinseco con i saperi mondani. In secondo luogo bisogna tenere ferma la legittima autonomia di questi ultimi e questo si fa mostrando come il cristianesimo non si sovrapponga ad essi ma piuttosto li faccia respirare, permettendo loro di essere se stessi più in profondità. Una maggiore collaborazione tra le Commissioni GP e i Centri di ricerca, non solo cattolici, sarebbe da questo punto di vista molto importante.
Le Commissioni GP sono un importante fattore di pastorale sociale e cos’è la pastorale sociale se non l’interfacciarsi, l’intrecciarsi della Chiesa e del mondo? La Chiesa non può non avere una propria pastorale sociale perché non può non interfacciarsi con il mondo, dato che essa è nel mondo anche se non è del mondo. Mi preme sottolineare, a questo proposito, due necessità imprescindibili perché la pastorale sociale delle Commissioni GP sia veramente utile all’evangelizzazione.
La prima è il sistematico utilizzo della Dottrina sociale della Chiesa che, come afferma la “Deus caritas est”, si colloca proprio nel punto di incontro tra la fede e la ragione, ossia proprio nel punto ove la pastorale sociale fa il proprio annuncio al mondo e dialoga con esso. Non è possibile sostituire la sapienza della Dottrina sociale della Chiesa con le scienze umane, o con l’esame del vissuto sociologico, oppure con una presunta analisi neutrale dei problemi. Lo sguardo di fede su questi problemi non è secondario rispetto alla loro stessa conoscenza e comprensione, altrimenti la fede non sarebbe un conoscere. Ai vescovi latinoamericani ad Aparecida, Benedetto XVI ha detto che quando si mette Dio da parte anche la comprensione della realtà viene meno. Il punto di vista da cui esaminare i problemi non può che essere quello della fede apostolica, di cui è espressione la Dottrina sociale della Chiesa.
La seconda necessità è che l’attività delle Commissioni GP siano a servizio della Chiesa e radicate quindi nella Chiesa locale o nazionale. Questo richiede un loro sistematico collegamento con l’episcopato, sia per quanto concerne il loro rapporto con l’insieme della pastorale diocesana o nazionale, sia per la garanzia dottrinale degli indirizzi intrapresi. Il collegamento con l’episcopato garantisce che le Commissioni GP respirino l’aria della Chiesa stessa, si nutrano della fede delle comunità ecclesiali e si innestino nella loro vita. E’ anche garanzia che il loro operato, che attinge a questa vita ecclesiale, ad essa ritorni portando i suoi frutti di evangelizzazione.
Una linea di pastorale sociale molto interessante, che le Commissioni GP potrebbero seguire, è quella che si assume il compito di mostrare come le stesse situazioni umane e sociali vivano di presupposti che non si possono dare da sole. E’ la via indicata da Benedetto XVI quando nella “Caritas in veritate” invita a riflettere sull’importanza del “dono” in tutti gli aspetti della vita sociale. Il gratuito è il non dovuto e, appunto, tutta la vita sociale ha bisogno di gratuità, di un dono ricevuto e non prodotto.  Non solo nel mondo economico, ambito sul quale insiste in modo particolare il Santo Padre, ma anche in quello politico o familiare. Tra l’altro è questo l’antidoto principale contro l’onnipotenza del fare tipico della modernità, che tanti pericoli e dolori provoca al genere umano dei nostri giorni. Qui si possono incontrare, metodologicamente, due ottiche che di solito vengono intese come separate tra loro.
Per molto tempo si è detto che le Commissioni GP dovrebbero procedere per induzione, a partire cioè dal vissuto umano e sociale, per far emergere i problemi e poi affrontarli alla luce della fede. Per molto tempo si è chiamato questo metodo “induttivo”. Però, a ben vedere, nessun problema umano o sociale, se affrontato al suo proprio livello, manifesta una attesa di un senso superiore. Se lo manifesta, vuol dire che questo supplemento di senso è in qualche modo già presente a quel livello e lo inquieta, lo mobilità ad essere di più. Questo però risulta solo quando quel livello si confronta con la luce della fede cristiana, che illumina i veri bisogni e rende coscienti dell’attesa.  Non è quindi vero che bisogna partire dalla semplice dimensione umana, naturale o neutra delle questioni, perché solo se messe a confronto con Cristo quelle dimensioni scoprono di essere finora vissute su presupposti che esse non erano capaci di darsi. Solo in presenza della vocazione cristiana scoprono la propria attesa.
La “Caritasin veritate” ci ricorda che non c’è una dimensione “neutra” rispetto a Dio e che spesso questa neutralità è già frutto di una scelta di escludere Dio dal mondo dell’uomo. Non solo la contrapposizione a Dio, ma anche la sua esclusione come cosa superflua è una scelta in qualche modo religiosa ed assoluta.
Sempre per rimanere sul piano del metodo, vorrei qui proporre una linea pastorale che proporrei di chiamare della “apologia positiva”. Sono convinto che la “Caritas in veritate” ce la suggerisca in più occasioni.  L’uomo moderno va invitato a guardare a Cristo e a verificare se nel suo Volto egli si rispecchi o no. Solo il confronto con il Volto di Cristo permette all’uomo di conoscere veramente se stesso. Alla sua luce egli si conoscerà meglio e potrà verificare liberamente  – il giogo di Cristo è leggero -  se la sua umanità ne verrà esaltata o avvilita.
Credo che sia questo, in fondo, il metodo che ci indica anche la Dottrina sociale della Chiesa: non partire dai problemi sociologicamente intesi, perché in questo caso la ragione è già amputata all’inizio e ridotta a positivismo, ma partire da Cristo, la cui luce permetterà poi di esaltare anche l’autonomia della ragione umana che analizza i problemi in modo da permetterle di confrontarsi con il cristianesimo e valutare liberamente se esso sia “dal volto umano” o no.
Ecco, allora, un ultimo punto importante per l’azione delle Commissioni GP. Quando non si segue questa strada si finisce per cadere, più o meno, nelle mani delle ideologie. L’ideologia è una parte che pretende di valere per il tutto. Ma nessuna parte della vita umana e sociale è il tutto. Ogni livello della persona umana si giustifica a partire dal piano superiore; niente è capace di dare ragione di se stesso; nessuno è in grado – come scriveva Ratzinger molti anni fa – di portarsi al di là del fiume prendendosi per i capelli o di tirarsi fuori da solo dalle sabbie mobili. Niente sa darsi da solo quello che non ha, e di cui ha però bisogno per costituirsi. L’ideologia consiste appunto nella dimenticanza della trascendenza, nel pensare di non aver bisogno di presupposti, di doni o di gratuità. Nel ritenere che ogni problema sociale si debba affrontare al suo stesso livello, mentre solo attingendo a risorse del livello superiore lo si può risolvere. La natura che dimentica il Creatore; l’amore fisico che dimentica quello spirituale; la finanza che dimentica l’etica; lo sviluppo materiale che dimentica lo sviluppo morale … ecco alcuni esempi di visioni ideologiche. L’uomo è la via della Chiesa, scriveva il Beato Giovanni Paolo II nella “Redemptor hominis” e nella “Centesimus annus”, di cui ricordiamo quest’anno il ventennale: ma è veramente così se non si cade nelle ideologie e per non cadervi bisogna tenere sempre presente che “Cristo è la via della Chiesa”, come sempre Giovanni Paolo II affermava. 


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*Mons. Giampaolo Crepaldi è Arcivescovo-vescovo di Trieste e Presidente della Commissione “Caritas in veritate” del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE).


da Zenith

sabato 26 marzo 2011

Parola e Nuovi Stili di Vita - 2011

Parola e Nuovi Stili di Vita
Incontri serali 
e un weekend 
per approfondire i fondamenti biblici 
dei Nuovi Stili di Vita

Incontri serali
Obiettivo: Ascoltare e contemplare la Parola di Dio che ci conduce a “Nuovi Stili di Vita”
Periodo: l’ultimo sabato del mese da gennaio 2011 ad aprile 2011
• 4 incontri:

  • 29 Gennaio 2011: “La terra come dono di Dio” / clicca qui per scaricare la scheda in pdf / clicca qui per scaricare la meditazione di p.Adriano Sella.
...
  • 26 Febbraio 2011: “Le Relazioni Umane come beni essenziali” / clicca qui per scaricare la scheda in pdf / clicca qui per scaricare la meditazione di p.Valentino Maragno (NON DISPONIBILE).

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  • 26 Marzo 2011: “L’acqua come bene comune e madre della vita” clicca qui per scaricare la scheda in pdf / clicca qui per scaricare la meditazione (NON DISPONIBILE).
...
  • 30 Aprile 2011: “La convivialità delle differenze”
Orario: dalle 20.45 alle 22.00
Luogo: Cappella S. Giuseppe Lavoratore, Via Quarta Strada n.7, Zona ind.le di Padova
Qui sotto il player per ascoltare on-line le meditazione degli incontri:

sabato 5 febbraio 2011

Home - film di Yann Arthus-Bertrand


Incoraggiamo vivamente la visione di questo film di pubblico dominio e presente su YouTube. Immagini di rara suggestione e un commento incalzante che ricorda lo stato del nostro pianeta. Alcuni dati sono davvero impressionanti, ma verso la fine vengono pure offerti dati di speranza... Consigliata la visione a schermo intero (clicca sulla X in basso a destra del player).


Qui la pagina che presenta il progetto. Qui la pagina YouTube del progetto.

Dice il regista: " "Viviamo un periodo determinante. Gli scienziati ci dicono che abbiamo 10 anni per cambiare i nostri modi di vita, di evitare d' esaurire le risorse naturali ed impedire un'evoluzione catastrofica del clima della terra. Occorre che ciascuno partecipi allo sforzo collettivo per sensibilizzare la gente del mondo. Il modo che io ho concepito è il film HOME. Per diffondere questa pellicola il quanto più possibile, occorreva fosse  gratuita. Un mecenate, il gruppo PPR, ha permesso che lo avvenise. EuropaCorp che ne garantisce la distribuzione, s' è impegnato non trarre alcun vantaggio perché HOME non ha nessuna ambizione commerciale. Io gradisco che questa pellicola diventi anche la vostra pellicola. Dividetela, ed agite".
Yann Arthus-Bertrand, Presidente della fondazione GoodPlanet 

lunedì 24 gennaio 2011

Assisi 23 gennaio 2011 - Pellegrinaggio di preghiera e digiuno per la pace

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GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE
ASSISI, SABATO 22 E DOMENICA 23 GENNAIO 2011

Libertà religiosa, via della pace. E‘ il tema, scelto da Benedetto XVI, per celebrare la 44esima Giornata Mondiale per la Pace del 2011 (clicca qui per scaricare il pdf del documento!). In un momento storico dove si registrano quotidianamente varie forme di discriminazione o persecuzione nel mondo, il tema scelto per la Giornata del prossimo 1 gennaio guarda a quella che viene definita ‘la libertà delle libertà‘. ‘Autentica quando è coerente con la ricerca della verità‘. Nel testo diffuso stamane dalla Santa Sede per descrivere il tema della celebrazione promossa per la prima volta nel 1968, si sottolinea come ‘professare liberamente la propria fede ampli gli orizzonti di umanità e di libertà dell‘uomo‘. Una vocazione che va riconosciuta come diritto fondamentale dell‘uomo e presupposto per la realizzazione del bene comune e l‘affermazione della pace del mondo‘. Benedetto XVI, intervenendo due anni fa alle Nazioni Unite, aveva già sottolineato come ‘i diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa, in una dimensione comunitaria e individuale, nell‘unità della persona pur distinguendo fra la dimensione di cittadino e di credente‘. Ecco dunque perché, secondo Papa Benedetto, è la libertà religiosa la via della pace. ‘Poiché l‘uomo non può essere frammentato, diviso da ciò che crede. Perché quello in cui crede - conclude il testo della Santa Sede - ha un impatto: sulla sua vita e sulla sua persona‘.
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Con la pubblicazione del tema del Messaggio di Benedetto XVI per la 44a Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace (1 gennaio 2011) si delinea il programma per l'appuntamento annuale organizzato dai Frati Minori Conventuali sulla scia dell'incontro ad Assisi voluto da Giovanni Paolo II nel 2002. Una giornata di incontro, preghiera, riflessione e digiuno per la pace, guidata sempre dall'accoglienza e riflessione circa il messaggio del papa del 1 gennaio, Giornata Mondiale della Pace. Se vuoi saperne di più dell'iniziativa leggi questo post cliccando qui.
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La Commissione intermediterranea di "Giustizia Pace Salvaguardia del Creato" dei Frati Minori Conventuali e la Pontificia Basilica di San Francesco d'Assisi - Sacro Convento, in collaborazione con:
organizzano il pellegrinaggio di preghiera, di riflessione
e di digiuno per la pace
Basilica di San Francesco, Assisi,
sabato 22 e domenica 23 gennaio 2011 
«Libertà religiosa, via della pace»