giovedì 13 novembre 2008

premio internazionale sant'antonio - 6' edizione


Il film “Gomorra” di Matteo Garrone; l’attore Ettore Bassi per la fiction di Rai Uno “Chiara e Francesco”; la Sant Anthony of Padua Charitable Trust degli americani Michael e Susan Borden; Gregoire Ahongbonon per il suo impegno a favore dei malati mentali in Africa.

Sono i vincitori della sesta edizione del “Premio internazionale Sant’Antonio”: ad annunciarlo oggi alla stampa è stata Milly Carlucci, che venerdì prossimo, 14 novembre, condurrà nella Basilica del Santo a Padova la cerimonia di premiazione, in diretta su Telepace a partire dalle ore 20.45.


Il “Premio internazionale Sant’Antonio” è stato ideato nel 1998, in occasione del centenario del “Messaggero di sant’Antonio” e si divide nelle tradizionali quattro categorie: solidarietà, testimonianza, cinema e televisione.

La Giuria composta dai Frati del “Messaggero” ha selezionato i vincitori per la categoria riservata alla solidarietà (premio ai coniugi Bordon) e per la categoria riservata alla testimonianza, con un premio assegnato a Gregoire Ahongbonon, che nel 1983 ha costituito l’Asociazione Saint Camille de Lellis di Bouaké che si occupa dell’assistenza, la cura e il recupero dei malati di mente dei villaggi africani.

La Giuria per la categoria riservata al cinema, presieduta dal regista Eugenio Cappuccio, ha scelto “Gomorra” di Matteo Garrone, che rappresenterà l’Italia nella corsa agli Oscar per il miglior film straniero.

Per questa sesta edizione sono inoltre stati istituiti due premi speciali, assegnati ad Ernesto Olivero, fondatore e anima del Sermig di Torino, e a mons. Giovanni Nervo, primo presidente della Caritas italiana e presidente onorario della Fondazione Zancan.

Nei centri di accoglienza di Gregoire Ahongbonon sono oggi ospitati più di 1.200 malati psichici: “Non riceviamo nessuna sovvenzione dallo Stato, né in Benin né in Costa d’Avorio”, ha detto l’africano. Gregoire si occupa di accoglienza dei “dimenticati dei dimenticati”, come li ha definiti, da 25 anni, “da quando ho visto un uomo nudo che vagava per la strada cercando il cibo tra l’immondizia. Non siamo diversi da questi malati”, ha aggiunto incatenandosi simbolicamente davanti ai giornalisti; in Africa molti malati psichici vivono incatenati agli alberi. In Costa d’Avorio, più di 17 milioni di abitanti, ci sono solo due ospedali psichiatrici, ed uno solo in Benin, dove vivono 7 milioni di persone.

“Un modo di accompagnare nello sguardo lo spettatore, perché possano ristabilirsi i confini della giustizia”: così mons. Dario Viganò, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, ha definito il film “Gomorra”, che con la sua “Onestà di visione” dimostra che “il male conosce le leggi proprie della giustizia, ma si sottrae ad esse e vive nella solitudine, pensando che tutti gli altri debbano essere schiavi”.
Agenzia SIR, mercoledì 12 novembre 2008
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